a costa prima di essere conquistata ed unificata dall'antica Roma che battezzò la zona “Campania Felix”: l'influenza di queste due culture ha lasciato qui un segno profondo ed è possibile notarlo distintamente ancora oggi. Dopo la caduta dell'impero romano la Campania conobbe un periodo di instabilità con diversi conquistatori che si susseguirono nel tempo, come tutta l'Italia ed in particolare quella meridionale: si susseguirono Longobardi, Bizantini, Normanni, Aragonesi e Borboni ma nonostante questo continuo susseguirsi di politiche diverse, Napoli divenne uno dei principali poli d'Europa sotto molteplici punti di vista. Qui hanno avuto i natali la prima nave a vapore d'Europa, la prima ferrovia e la prima stazione italiana, la prima galleria a scopo ferroviario al mondo, il primo osservatorio astronomico e sismologico ed altre ancora.
Morfologicamente la Campania è per la metà collinare con una importante zona montuosa (34%) ed una più piccola pianeggiante (14%). Presenta diversi corsi d'acqua che nascono sugli Appennini e che formano altrettanti laghi: per citare alcuni fiumi troviamo il Volturno, Sarno ed Ofanto, mentre fra i laghi naturali vi è il Falciano, Matese ed Averno. Vanno delle menzioni speciali ad alcune particolarità e zone della regione: anzitutto ai vulcani fra i quali spicca certamente il Vesuvio che essendo di tipo esplosivo è artefice del disastro di Pompei avvenuto nel 79 d.c. ed attualmente è quiescente ma non spento. Altra menzione di genere del tutto diversa va alla costiera sorrentina ed amalfitana dove è presente un ottimo clima per la produzione agricola ed il turismo. Il clima complessivo della regione invece può essere diviso sotanzialmente in due parti: la prima parte vicina alla costa, beneficia della mitigazione del mare portando un clima di tipo meidterraneo, mentre la seconda parte più nell'entroterra presenta un clima più rigido. Dal punto di vista delle piogge invece la regione è abbastanza particolare, visto che di solito siamo abituati a vedere zone dal clima rigido con precipitazioni più importanti; in Campania invece è la costa ad avere piogge maggiori grazie ai venti atlantici, mentre l'entroterra subisce un importante effetto spartiacque grazie agli appennini: basti pensare che fino alle zone dell'Irpinia si parla di circa 2000 mm di acqua l'anno, mentre poco più in la nelle zone confinanti con la Puglia il valore si abbassa di colpo a 600 mm all'anno.
La Campania dal punto di vista enologico ha quindi tutte la carte in regola per produrre vini di qualità con i suoi 40.000 ettari coltivati sfruttando al massimo i valori del territorio: per questo si trovano vigneti ai piedi del Vesuvio e sulle isola di Ischia e Capri. Oltre a qualche sporadica coltivazione di un vitigno internazionale, i vini campani vengono prodotti perlopiù da uve autoctone che per le piante a bacca rossa sono l'Aglianico, Aleatico ed il Piedirosso mentre per la bacca bianca troviamo la Biancolella, Forastera, Coda di Volpe, Falanghina, Greco, Asprinio e Fiano. Da queste uve si ricavano dei vini potenti al gusto e all'olfatto, grazie alla struttura di questi vini le denominazioni dei vini campani si sono fatte velocemente strada: troviamo 4 DOCG (Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Aglianico del Taburno), 14 DOC (Falanghina del Sannio, Vesuvio, Penisola Sorrentina, Aversa, Ischia…) e 10 IGT (Terre del Volturino, Pompeiano, Colli di salerno, Campania…) e come liquore ricordiamo l'apprezzato Limoncello di Capri; anche se non riguarda l'enologia, segnaliamo la produzione vocata di olive per l'olio extravergine di oliva come la vicina Puglia.
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