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La storia di VOV è la storia di un pasticcere, il già citato Gian Battista Pezziol, il cui interesse principale era rivolto alla produzione di torrone.
Il torrone, come tutti noi sappiamo, richiede una gran quantità di albume d'uovo ma all'epoca, 1856, non era pensabile di poter reperire sul mercato il solo albume in quanto la lavorazione ed il trasporto delle uova, una volta aperto il guscio, era impensabile a causa della mancanza di moderni conservanti alimentari.
A cascata il signor Pezziol si ritrovava tutti i giorni a dover smaltire una gran quantità di deliziosi rossi d'uovo che dovevano essere consumati nell'arco di poche ore o gettati.
Una piccola parte di questi rossi venivano rivenduti a privati ma la maggior parte no.
Per nostra fortuna Pezziol trovò la soluzione delle soluzioni, aggiunse ai tuorli dell'alcol, nello specifico fece esperimenti col marsala.
Marsala, tuorli e un po' di zucchero quindi divennero la base di quello che sarebbe divenuto famoso poi come VOV ma nel 1856 era ancora chiamato "Vovi" che in molto banalmente in dialetto veneto significa uovo.
Ben presto il Vovi fece furore valicando i confini da Padova prima e del Veneto poi ed acquisendo il nome di VOV.
Il successo era dovuto a molteplici fattori, primo fra tutti l'oggettiva amabilità del prodotto, caratterizzato da un gusto decisamente dolce che lo rende gradevole praticamente a chiunque.
In secondo luogo all'epoca il VOV era di fatto una novità assoluta nel suo genere e come ora abbiamo molteplici varianti o prodotti similari all'epoca c'era solo lui.
In ultimo, uno dei fattori che hanno fatto la fortuna di VOV, fu l'elevato potere energizzante che portò l'esercito italiano ad adottare il VOV come ricostituente per i soldati durante il primo conflitto mondiale.
Per concludere chiediamoci, cos'è il VOV?
VOV è forse il prodotto che più di tutti costruiscono l'atmosfera invernale, è un goloso dopo pasto che si può proporre a chiunque in qualsiasi situazione.
Forse è un prodotto che alcuni hanno dimenticato e che magari altri, magari i più giovani, non hanno ancora imparato ad apprezzare ma sono certo che questi non potranno fare altro che ringraziare colui che gli aprirà nuovi orizzonti gustativi.