Pubblicato: 23/05/2025 11:37:13
Nel mondo contemporaneo della birra artigianale, il luppolo ha assunto un ruolo da protagonista. Non è più solo un conservante naturale: è la firma stilistica di ogni birraio. Viene usato in varie fasi della produzione:
In bollitura, per apportare amaro;
In late hopping, per esaltare aromi più delicati;
In dry hopping, a freddo, per ottenere profili olfattivi esplosivi.
La tendenza moderna – soprattutto in birre come IPA, APA e NEIPA – è quella di abbondare con luppoli aromatici, che offrono profumi intensi e molto caratterizzati.
Il luppolo trova la sua massima espressione in alcuni stili molto in voga tra gli appassionati:
IPA (India Pale Ale): le regine del luppolo, con profili agrumati, resinati e amari decisi;
Double IPA: ancora più alcoliche e luppolate;
NEIPA (New England IPA): torbide, succose e con un amaro più morbido, ma aromi intensi;
Pale Ale americane: equilibrate, fresche, con carattere luppolato;
Pils tedesche e ceche: più sottili, ma il luppolo erbaceo e speziato è presente e ben percepibile.
L’antico detto popolare “chi beve birra campa cent’anni” affonda le radici nella tradizione contadina e nel senso di comunità. Ma se proprio vogliamo trovare un fondo di verità, possiamo dire che:
Il luppolo ha proprietà antiossidanti e sedative;
La birra contiene vitamine del gruppo B e minerali (se consumata con moderazione);
Bere una buona birra in compagnia può fare bene allo spirito, se non al fegato.
Quindi sì, magari non arriveremo a 100 anni, ma con la birra giusta il viaggio sarà sicuramente più piacevole.
Che tu sia un amante delle IPA esplosive o delle Pils tradizionali, è il luppolo che dona alla birra personalità, carattere e conservabilità. Studiare le sue varietà e i suoi impieghi non è solo affascinante: è anche un passo fondamentale per capire perché ogni birra è diversa.